ESSERE DONNA – SEICENTO

SEICENTO

Per il secolo XVII non sono molte le notizie specifiche sulla condizione della donna.
Esse si possano trarre tuttavia da dati e informazioni legati alla società nel suo complesso e dagli accadimenti storici che ne hanno determinato gli aspetti socio-politici. Si sa che nel ’600 la donna divenne un po’ più indipendente e libera, per quanto in campo affettivo la situazione ancora rispecchiasse quella dei secoli precedenti. I fidanzamenti, infatti, erano ancora decisi dalle famiglie e le fanciulle potevano essere promesse fin dall’età di tre anni; mediamente intorno ai dodici convolavano a nozze, e a quindici erano già considerate zitelle, costituendo un problema per la famiglia. I matrimoni non erano solidi, tanto che spesso sia la moglie che il marito vivevano insieme per pura formalità.
Tuttavia diversa era la vita nelle campagne, dove carestia e difficoltà economica facevano si che la donna avesse una vita media bassa rispetto a quella che si svolgeva nelle case più facoltose e nei palazzi. In essi, le donne di ceto alto conquistarono una stanza tutta per sé che venne arredata in modo più frivolo: in essa potevano piangere, ridere e raccomandarsi a Dio senza che nessuno le vedesse. Erano, queste, donne consapevoli della loro bellezza e del potere che da essa ne derivava, che si truccavano ed esibivano le loro doti estetiche mettendosi in mostra. Ambito era anche il ruolo di cortigiane, le quali godevano dei privilegi della vita di corte e potevano divertirsi nell’affinare l’arte della seduzione. Immagini e racconti del ’600 riportano, ad esempio, gli usi e costumi delle ricche donne veneziane del tempo, le quali sfoggiavano vestiti scollati con corpetto stretto alla vita e gonne gonfiate a campana fino ai piedi, calzavano zoccoli con tacchi altissimi di 30 e perfino 40 centimetri, cosicché per camminare necessitavano dell’accompagnamento di due ancelle.

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