Critica del prof. Vittorio Sgarbi luglio 2022
Piera Oria Strobino ( ORIA ) straordinaria artista di origini piemontesi, vive e opera a Cesena fin da tenera età.
Artista che ama sperimentare diversi stili di pittura e tecniche; figurativo, nature morte, cavalli ed ora un informale tutto suo, creando collane che suscitano vere e proprie emozioni.
Espone per la prima volta nel lontano 1993 a Cesenatico (località balneare romagnola ), che nel passare del tempo ha esposto non solo su tutto il territorio italiano ma mondiale, collezionando tanti premi e benemeriti, uno dei più importanti nel 2017 il conferimento di Laurea Honoris Causa dall’accademia internazionale dei Dioscuri.
Quello che posso dire di ORIA: dipinge la sua e la nostra anima, ma non l’ha fatto sempre nello stesso modo, le sue collane sono svariate, molto distanti dall’attuale, segnando il conseguimento di una pima maturità, più disposta ad assecondare un discorso strettamente pittorico che si è liberata delle eccessive spigolosità delle precedenti creazioni arrivando ad un approdo importante.
Le capacità di ORIA è nel governare la sintesi e la derivazione del soggetto che porta a capire una rappresentazione sempre più bilanciata verso l’interpretazione dal figurativo all’informale, ma senza troncare completamente l’aggancio con l’apparenza naturale.
Lo spirito femminile è predominante nei suoi lavori, come dalla sua mano segna tracce deliziose e preziose, rendendo gradevoli immagini immerse in colori abbaglianti, trasformandosi in composizioni armoniche, suscitando sentimenti sereni, quasi uguali alla realtà.
In tutti questi anni di lavoro artistico, ORIA è riuscita a coltivare la vera essenza dell’arte pittorica, adattandola al suo spirito personale di donna, proponendo le sue emozioni al pubblico attraverso i suoi dipinti dove possiamo vedere l’anima, le emozioni, le paure e l’amore in un tutt’uno.
Prof. VITTORIO SGARBI
Critica su Artisti20 annuario internazionale d’arte contemporanea
Oria Strobino dimostra solida conoscenza della tecnica pittorica nella trattazione della materia cromatica e nei chiariscuri con cui definisce i ritratti. Lo sfondo è caratterizzato da pennellate veloci e colate di colore in libertà, da cui emergono figure animate da incarnati pacati e limpidi: questo contrasto cattura l’attenzione del fruitore, il cui sguardo indaga la superficie espressiva guidato dal fascino della composizione.
LEONARDA ZAPPULLA
Critica su ArtNow Premio della critica 2020
La pittrice sa ben applicare il suo tratto esecutivo coniugandolo in un susseguirsi di toni cupi o esaltando con decisione vibranti cromatismi giustapposti con segni densi, che generano un coinvolgente rincorrersi di luci e di ombre. I soggetti di Oria Strobino sono intrisi di pathos e umanità, mettono a nudo di fronte all’osservatore la travolgente irruenza dei sentimenti. I suoi ritratti sono sempre eseguiti con grande maestria, lasciando trasparire una capacità narrativa eccelsa.
BARBARA ROMEO
Presentazione alla mostra CAVALLI & CAVALLI 2018
Con questa sua ultima serie di pitture Oria riprende un soggetto praticato all’inizio della propria attività artistica. E’ un ritorno alle origini che non può essere giudicato casuale. Eclettica e versatile per natura, errante per vocazione tra diversi “ismi” figurativi del nostro tempo, “faber” sperimentatrice delle più diverse tecniche esecutive, Oria si ritrova oggi nuovamente attratta dalla bellezza e dalla forza dell’animale forse più riprodotto, decantato e celebrato nelle arti visive d’ogni tempo. Al cavallo la pittrice dedica i suoi recenti dipinti d’impronta veristica, imprevedibilmente seguenti ad alcune ardite prove di rottura dell’immagine; o meglio, d’innesto di elementi figurali (“trattati” da veri e propri ritratti) in una incerta, indefinita, imprecisata “non spazialità”, creata ad arte da una miscela gestuale di soluzioni “dripping”, effetti di luminescenza, veli di trasparenza e densità materiche. Sembrerebbe dunque un cimento con se stessa l’affidarsi di Oria oggi ad un animale a lei caro; non per semplice, nuovo “divertissement”, ma per una riprova di quella padronanza di segno e di colore che non a caso nella fortuna critica dell’artista risulta di sovente menzionata per i suoi effetti virtuosistici. E che certamente già risulta in un dipinto “arcaico” come quello titolato Libertà, vera e propria istantanea al vigoroso ed armonioso movimento d’una mandria di cavalli di pelo bianco e marrone, in tutto simili a quelli che ora galoppano allo stato brado con le criniere al vento in un idilliaco paesaggio (Camargue) dell’anima; o che Oria “ritrae” come superbi personaggi del mondo della favola e dei territori del mito, dove vola come novello Pegaso il cavallo selvaggio e libero alla cui immagine la pittrice sembrerebbe voler affidare la propria aspirazione ad una esistenza senza briglie. A contrasto, verrebbe da dire, Oria ha inserito nel proprio pittorico “bestiario” un esemplare di cavallo “da corsa”, col suo fantino in groppa, nel supremo sforzo d’una gara ippica. Con sapienza tecnica la pittrice ha ritagliato la scena su uno sfondo speciale: dove c’era l’erba, dove c’erano acqua e cielo, dove il cavallo galoppava immerso nell’ambiente a lui naturale, ora si vedono con effetto “collage” frammenti di pagine di giornali sportivi, tratti inquieti di volti umani e sparse cartemonete da cinquanta e centomila. Ecco come corre la nostra vita oggi: questo sembra dirci Oria così dipingendo l’allegoria del cavallo forse più bello, ma con le redini.
ORLANDO PIRACCINI
Presentazione alla mostra del 2017 “NATURE SILENTI”
Chi mi conosce sa che io non faccio presentazioni complimentose o compiacenti.Dunque credetemi sincero se dico che le opere esposte in questa mostra sono le cose migliori dipinte da Oria: che dobbiamo considerare ormai (l’età di una signora non si dichiara – ma, questo si può dire) artista di lungo corso.E dunque, tali composizioni sono da vedere, io credo, come un punto di arrivo per chi, come Oria, ha cominciato a fare pittura istintivamente pensando in termini di pittura. In un tempo in cui era di gran moda l’anatema concettuale proprio contro la pittura considerata il peccato mortale da certe sedicenti neoavanguardie. Qui, intanto, Oria dimostra di essere passata indenne da quella stagione e anzi di avere preso sempre più consapevolezza del valore della pittura come mezzo e come fine dell’ espressione.In questi brani, in questi frammenti, in questi lacerti c’è un fare antico, si avverte una ricerca sul piano della tecnica esecutiva che è esclusivamente officinale, non concettuale. E dall’altra parte risulta chiaro che tutto muove da una volontà di recupero dell’immagine da parte della pittrice, dopo tante frantumazioni e tante rotture dal secondo ‘900 in avanti. Un’ultima cosa vorrei dire senza tentare la benché minima analisi dell’opera che Oria qui ci presenta. Ed è solo un cenno a proposito del titolo che la pittrice ha assegnato a questa sua serie figurativa: non nature morte, come vorrebbe la normale definizione che ancora si usa per catalogare questo preciso genere pittorico, ma nature silenti. Devo confessare che all’inizio avevo pensato ad una trovata, a un titolo un po’ ad effetto, di quelli che si usano per colpire la curiosità del pubblico, convinto da sempre del fatto che un quadro lo si guarda, lo si osserva, lo si contempla, e non lo si legge come se fosse un libro, e tantomeno lo si ascolta. E invece, se si osservano bene questi dipinti finisce che il silenzio lo si percepisce davvero. Ma non nelle cose dipinte da Oria, ma dentro la sua stessa pittura. Silenti non sono i fiori, i libri, gli oggetti domestici, ma silente è lo spazio nel quale essi si trovano. Uno spazio altro rispetto a quello reale.
ORLANDO PIRACCINI
L’essenza dello spirito femminile domina l’intero lavoro di Oria Strobino. Artista autodidatta, non cessa mai la sua ricerca artistica, sperimentando stilisticamente, curiosando storicamente, osando emotivamente. Una visione serena e delicata sullo stato delle cose permette all’artista di sviluppare un linguaggio grazioso e gradevole, che si espande davanti agli occhi in narrazioni di creature angeliche, immersi in colori che fioriscono e abbagliati di luci brillanti. Oria cerca, trova e trasmette tramite i propri lavori una insistita pace dei sensi che si discosta completamente dai complessi rapporti intellettuali dell’arte contemporanea. L’attualità della sua pittura sta, invece, nella consapevolezza di una bellezza ingenua ed eterna contenuta nell’assoluta semplicità. E’ un invito a vivere la bellezza, un memento mori che abbandona il macabro per abbracciare la vita.
DENITZA NEDKOVA
Oria Strobino o l’essenza… dell’essere
Oria Strobino, pittrice di origini piemontesi, ma di adozione cesenate rappresenta quel valore aggiunto, nell’ambito dell’espressione pittorica, in grado di svelare o di rivelare, aspetti peculiari esistenziali che arricchiscono la narrazione del nostro mondo che gli artisti sono naturalmente portati a raccontare. La sua visione e la sua ricerca percorrono un ampio spazio di analisi: da quello visibile all’occhio come i paesaggi, le composizioni, i cavalli per immergersi nel “concetto” di mondi più personali, intimi, in cui il contenuto analitico prevale sulla forma. Ecco che tematiche, le più disparate, sono raccontate dalla Strobino, pur mantenendo la sua peculiarità esecutiva che dona alle sue opere speditezza e veemenza; penso alla tematica “Essere Donna” del 2008, alle più recenti “Vibrazioni”. Ma ella oltre ad essere fine osservatrice del sommovimento emozionale, ha anche una grande facilità di approccio con le più disparate tecniche pittoriche, grazie alla sua “conoscenza professionale” delle stesse: vetrate, trompe l’oeil, affreschi murali, pastello, olio…sono alcune tecniche che ella usa, affrontando le esigenze espressive proprie alle stesse; e questo la rende poliedrica nell’ambito dell’espressione e della creatività. La sua carriera iniziò nel 1993 con una personale e continuando ad allestire personali, per poi partecipare a moltissime collettive in varie città, partendo dalle più vicine a Cesena per arrivare a Roma, Padova, Napoli, Torino, Taormina, Milano, Udine, Verona, Firenze, Pisa, arrivando in California all’Museum di Pomona. Ha partecipato a concorsi, vincendo prestigiosi premi e a fiere dell’arte.
ANTONIO DAL MUTO
Dal libro “Pittori del 900”
Sono suggestive per purezza e liricità le immagini che Oria Strobino sa creare usando il materiale più vario, dal legno alla tela, dal vetro alla carta, dalla stoffa alla lastra radiografica.
Un mondo incantato nel quale l’osservatore viene coinvolto come da una forza magica, provando sensazioni gradevoli e appaganti. Sente di trovarsi di fronte ad un artista “pulito”, senza remore accademiche o condizionamenti concettuali.
Le conoscenze della storia dell’arte e i contenuti culturali di cui l’artista è in possesso non sono rimasti elementi di mera erudizione: li ha assimilati e integrati in sé diventando così strumenti della sua spontaneità espressiva. I soggetti d’indagine comprendono un’ampia gamma di tematiche, che vanno dalla pittura classica del Trecento italiano al verismo naturalistico moderno, dall’iconografia religiosa tradizionale alle problematiche sociali contemporanee. Ma ci sono ambiti di ricerca specifici nei quali Oria sembra muoversi con maggiore spontaneità e destrezza. Uno di questi è la raffigurazione degli angeli, simboli di bellezza e spiritualità, ma anche di terrestre umanità, propria delle persone viventi. Altro campo preferito è quello dei volti femminili e dei bambini, dove la Strobino esprime forse il meglio di sè. L’armonia delle composizioni, la dolcezza delle forme e la tenerezza dei colori, si vedono e si sentono come atteggiamenti e sentimenti umani in reali condizioni di vita. C’è poi il settore particolare dei cavalli, esplorato con cura perché fortemente sentito.
Rappresentati nei loro vigorosi movimenti, con la criniere al vento, questi splendidi animali dal mantello bianco o sauro, ci danno l’immagine della forza e della libertà, ideali a cui tutti aspiriamo. Bisogna ricordare infine, le “nature morte” e la ritrattistica, due tematiche d’importanza non certo inferiore alle altre, dove il criterio di lavoro si ispira al vero di natura, personalmente interpretato e umanizzato. Oria Strobino, in arte Oria, è nata in Piemonte, a Cossato e si è trasferita in età giovanile a Cesena, dove risiede ed opera. Ha frequentato, agli esordi,gli studi di Osvaldo Piraccini e Ugo Pasini, ma la sua formazione è quella dell’autodidatta. Oltre la pittura, coltiva la decorazione e l’illustrazione di libri.
ATTILIO BAZZANI
Oria Strobino dipinge da sempre e l’ispirazione è continua e costante. E’ una maestra d’arte che tra tentativi e sperimentazioni è riuscita ad individuare una ricerca innovativa ed inconsueta in cui astrazione e figurazione si combinano grandemente per esplosioni di grinta e raffinatezza insieme. Si assiste ad un tripudio di emozioni, tra la pacatezza dei disegni che tratteggiano spesso figure femminili e l’intensità del fondo in cui il dripping e la gestualità rapida consente soluzioni mozzafiato. Una particolare musicalità dei colori pare accompagnare i dettagli delle figure in uno stile unico e irripetibile. La grandezza dell’artista risiede nell’abilità del tratteggio figurativo, nelle grinze della pelle, negli sguardi, nella leggerezza del grigio grafite, ma la magnificenza delle sue creazioni sta nel binomio astrazione e figurazione che in lei si sopisce evidenziando come in ogni astrazione c’è figurazione e viceversa. Una grande mano sapiente che intrappola l’osservatore con contrasti cromatici e tecnici e che lascia che in ogni opera si apra un universo di studio in quella che si presenta con una vastità di lavoro meticoloso e per questo grandioso.
ANNA SORICARO
Le opere di Oria Strobino si caratterizzano per uno stile unico e originale che riesce a coniugare sul supporto, figurativo e astratto. L’artista negli ultimi anni ha condotto una ricerca pittorica incentrata sulla condizione femminile nei secoli. Figure sensuali e vitali si stagliano su sfondi astratti densi di segni e di colore che traducono i diversi stati d’animo. Un vortice di emozioni che si agitano nel nostro animo e che solo l’arte ha la capacità di rendere visibili. Oria Strobino è maestra nell’esprimere la forza e la fragilità, la complessità e la profondità proprie di ogni donna nel nostro tempo.
PAOLO LEVI
Presentazione della mostra “E’ la tua vita” galleria Zerouno Barletta 2020
Oria Strobino dipinge da sempre e l’ispirazione è continua e costante. E’ una maestra d’arte che tra tentativi e sperimentazioni è riuscita ad individuare una ricerca innovativa ed inconsueta in cui astrazione e figurazione si combinano grandemente per esplosioni di grinta e raffinatezza insieme. Si assiste ad un tripudio di emozioni, tra la pacatezza dei disegni che tratteggiano spesso figure femminili e l’intensità del fondo in cui il dripping e la gestualità rapida consente soluzioni mozzafiato. Una particolare musicalità dei colori pare accompagnare i dettagli delle figure in uno stile unico e irripetibile. La grandezza dell’artista risiede nell’abilità del tratteggio figurativo, nelle grinze della pelle, negli sguardi, nella leggerezza del grigio grafite, ma la magnificenza delle sue creazioni sta nel binomio astrazione e figurazione che in lei si sopisce evidenziando come in ogni astrazione c’è figurazione e viceversa. Una grande mano sapiente che intrappola l’osservatore con contrasti cromatici e tecnici e che lascia che in ogni opera si apra un universo di studio in quella che si presenta con una vastità di lavoro meticoloso e per questo grandioso.
ANNA SORICARO