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ADAMO ED EVA
Eva è colei che colloquia col serpente e coglie il frutto proibito,
come nel mito delle
Esperidi, dove non c’è traccia di nessuna divinità maschile, e le dee sono sole
nel giardino
con il serpente Ladone; come Inanna, la dea sumerica, nel giardino con il
serpente che
ha nidificato dentro l’albero.
La tradizione rabbinica e cristiana fanno di Eva la responsabile del peccato,
ma il
colloquio tra la nostra progenitrice e il serpente allude a un mondo creato
dalla Madre
Terra come nella cosmogonia babilonese, egizia e greca in cui ogni creazione
ebbe inizio
dalla Terra o dalle acque, ossia, da un elemento primordiale femminile. Anche il
nome
Adamo, dall’ebraico adamah, terra, allude alla nascita da una dea Madre Terra,
soppiantata dalla versione iahvistica della creazione del mondo come prodotto
della
creazione di un dio padre.
Il mito biblico è così condensato che, per trovare allusioni ad
altri aspetti della figura
di Eva, dobbiamo cercare in quelle leggende ebraiche che il redattore finale del
Pentateuco non trascrisse, preso com’era dallo zelo monoteistico e anti-pagano:
Ashera,
adorata anticamente dagli ebrei, era la “Creatrice degli Dei”.
Nella Bibbia, e precisamente nel primo libro della Genesi, si dice
che “Adam... diede
nome alle cose”, diede forma al pensiero, in quanto le “cose” prima di
essere forma, sono
idee, pensiero.
La parola Adam
indica l’Uomo Universale, cioè l’Umanità, maschi e femmine, il genere
umano come Uomo collettivo,
formato dall’insieme di tutti gli esseri umani e non un singolo essere maschio. |