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CRISTIANESIMO
 

Il Cristianesimo emerse dal Giudaismo nel I secolo. I cristiani assunsero dal Giudaismo
le sue Sacre Scritture, dottrine fondamentali come il monoteismo, la fede in un Messia
o Cristo, forme del culto (incluso il sacerdozio), concetti di luoghi e tempi sacri, l’uso
dei Salmi nelle preghiere comuni. Il libro degli Atti degli Apostoli dice che i primi ad
essere chiamati “cristiani” erano stati i discepoli di Gesù che si radunavano nella città
di Antiochia e che vi si erano rifugiati dopo le prime persecuzioni in Palestina,
probabilmente pochi anni dopo la morte di Gesù. La diffusione del Cristianesimo si
colloca all’interno di una più vasta diffusione nell’Impero Romano di altre religioni
originarie della parte orientale dell’impero, quali ad esempio i culti di Iside o di Mithra.
A differenza delle altre, l’organizzazione sacerdotale cristiana fu molto capillare e si
occupò dell’assistenza agli emarginati e dell’insegnamento. Inizialmente il messaggio
di Gesù aveva attecchito fra i poveri d’Israele, ma già nel I secolo il cristianesimo aveva
raggiunto alcuni ambienti di corte.
Il cristianesimo si opponeva sicuramente e palesemente alla cultura dominante, ma
d’altra parte anche i suoi intellettuali erano impegnati nella rielaborazione dei sistemi
filosofici ellenici e nella loro unificazione col monoteismo. Molti intellettuali “classici”
avevano nettamente separato la loro filosofia dalla religione, affermando esplicitamente
che gli dèi non esistevano. Ma nel III secolo la società intera fu pervasa da uno spirito
religioso talmente forte che i vecchi culti, per nulla sopiti, si ridestarono, si trasformarono
e si unificarono anch’essi, rispondendo in modo creativo alla sfida monoteista. Ma,
proprio quando il monoteismo divenne un fenomeno di massa, gli imperatori reagirono
in modo aggressivo e perseguitarono i cristiani violentemente quanto in passato.
Quando Costantino si pose alla testa del movimento monoteista, all’inizio del secolo
successivo, ci fu ancora una fase di discussione fra intellettuali di ogni categoria e di
ogni confessione religiosa. Alla fine del IV e nel V secolo, però, la crisi multilivello
dell’impero arrivò a un grado talmente alto da portare sconforto in ogni settore: militare,
politico, civile, economico e culturale. Per l’uomo non sembrava esserci più alcuna
speranza in questa terra. L’unica salvezza era in Cielo. Il cristianesimo divenne l’unica
religione legale. La Chiesa divenne intollerante e autoritaria. La lotta alle idee divenne
fondamentale per la gestione sociale. La libertà di pensiero fu resa impossibile.
La Chiesa era quella solida struttura di sicurezza che l’Uomo non riusciva più ad
individuare nello Stato, nell’Impero, in sé stesso, nella propria esistenza, nella vita
cittadina o sui campi agricoli. L’esistenza terrena era perennemente in bilico ed era
molto lontana dall’assicurare la felicità, antichissima e modernissima aspirazione dei
filosofi come dell’uomo comune. L’occidente si era separato dall’oriente. Erano arrivati
gli stranieri. Si era sviluppata “l’organizzazione universale”. Il mondo antico si era
dissolto, lasciando spazio a una nuova visione della vita.