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CATERINA SFORZA
Figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, Caterina
(1462-1509) è stata signora insieme al marito di Forlì ed Imola negli ultimi
decenni del XV secolo. Di forza d’animo non comune (specialmente per una donna
dell’epoca), astuta e scaltra,
seppe condurre le sue battaglie con determinazione e spirito vendicativo.
Bella, intelligente, energica, è stata una delle donne più note e ammirate del
suo tempo e gli scrittori rinascimentali dicono che abbia superato per fama ogni
altra donna del periodo. A conferma di ciò basta ricordare che a lei è dedicata
una ballata del XVI
secolo.
Nel 1473 venne organizzato il suo matrimonio con Girolamo Riario, nipote, o
forse figlio, di Papa Sisto IV: questo’ultimo procurò loro la signoria di Imola,
città nella quale Caterina entrò trionfalmente quattro anni dopo. In seguito,
accompagnò a Roma il
marito, che ottenne anche la signoria di Forlì a scapito della famiglia degli
Ordelaffi. I nuovi signori di Forlì cercarono di guadagnarsi il favore popolare
con una politica di costruzione di opere pubbliche ed abolendo parecchie tasse.
Alla morte di Sisto IV, Caterina occupò la rocca di Castel Sant’Angelo in Roma,
per conto del marito, e la tenne bravamente finché la consegnò al Sacro
Collegio. La scomparsa del Pontefice, ed il venir meno dei redditi che il
servizio al Papa garantiva a
Girolamo, costrinsero alla reimposizione di gravami fiscali che la popolazione
forlivese avvertì come esosi.
Dopo oltre una mezza dozzina di cospirazioni fallite, infine Girolamo venne
ucciso da una congiura capeggiata dalla nobile famiglia forlivese degli Orsi: il
palazzo del Signore fu saccheggiato, mentre Caterina Sforza ed i figli venivano
fatti prigionieri.
Poiché la Rocca di Ravaldino, cittadella centrale nel sistema difensivo della
città, rifiutava di arrendersi, Caterina si offrì, subdolamente, di entrare a
convincere il castellano.
Gli Orsi le credettero, sulla base del fatto che avrebbero tenuti in ostaggio i
figli. Una volta dentro però, Caterina
rifiutò di ascoltarli e si preparò alla riconquista del potere, incurante delle
minacce ai suoi figli. Poté così recuperare il governo sia di Forlì sia di
Imola, anche grazie all’appoggio dello zio Ludovico il Moro interessato a
garantirsi, in tal modo, una certa influenza nella zona della Romagna per
contrastare la presenza di Venezia.
Pochi anni prima della morte, Caterina fu in corrispondenza epistolare con
Girolamo Savonarola a cui chiese consiglio spirituale. Occupatasi a lungo di
erboristeria, medicina, cosmetica ed alchimia, ci ha lasciato un libro di
ricette e di procedimenti con
quasi 500 preparazioni. Da Giovanni il Popolano del ramo collaterale della
famiglia dei Medici di Firenze, ambasciatore della Repubblica fiorentina a
Forlì, e suo secondo marito, ebbe il celebre condottiero Giovanni dalle Bande
Nere.
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