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ELISABETTA I
Elisabetta Tudor (1533- 1603) è considerate da molti la più grande monarca che
l’Inghilterra abbia mai avuto.
Quando
divenne regina, nel 1558, aveva 25 anni: ereditò un Paese in bancarotta,
spaccato da furiose discordie religiose e minacciato da Francia e Spagna. Ma con
lei, che regnò quarantacinque anni, il Paese divenne una grande potenza
mondiale.
Figlia di Enrico VIII e della sua seconda moglie Anna Bolena, crebbe sotto
l’influenza educativa di Caterina Parr, la sesta ed ultima moglie del padre. La
futura regina a dieci anni poté così avere i migliori insegnanti umanisti di
Cambridge, conoscere i classici latini e greci, imparare la musica e sei lingue
straniere.
Elisabetta (che si faceva chiamare anche Gloriana o la buona regina Bess) fu una
regina dura e spregiudicata, tuttavia, negli anni del suo regno, l’Inghilterra
assurse a livello di grande potenza. Sotto il suo regno furono poste le basi
della futura potenza
commerciale e marittima della nazione, ed iniziò la colonizzazione dell’America
Settentrionale: nel 1584 gli inglesi si insediarono sulle coste della Virginia,
così chiamata in onore di Elisabetta, regina Vergine.
Nel
1587 venne dichiarata la guerra fra inglesi e spagnoli e l’Inghilterra vinse
grazie alla clamorosa sconfitta della flotta del rivale Filippo II, la
Invincibile Armada, durante una storica battaglia.
Questo
è anche il periodo della pirateria inglese e del suo più famigerato
rappresentante, quel Sir Francis Drake che
spadroneggiava nei mari col beneplacito della corona: non importava da dove e
come gli inglesi conquistassero ricchezze, tutto era consentito. Quanto alla
religione invece, Elisabetta si mostrò molto tollerante e ambigua: la Chiesa
ufficiale era quella di
Inghilterra, di cui lei era capo supremo, ma ognuno in realtà poteva credere
quello che voleva, non vi erano persecuzioni.
I
rapporti tra la Regina ed il Parlamento erano di grande concordia e la sovrana
partecipava attivamente alla vita politica, sociale e culturale della sua epoca.
Di
fatto era molto amata dai suoi sudditi, sebbene temuta per il suo carattere
difficile: le piaceva il potere ed essere sempre al di sopra di tutto e di
tutti. Il regno di Elisabetta non solo segnò l’esordio dell’Inghilterra come
grande potenza nella scena europea, ma fu caratterizzato da un grande sviluppo
culturale e civile, che è passato alla storia come “età elisabettiana”.
Tale
fioritura si estrinsecò in letteratura (Ph. Sidney, E. Spenser, J. Lyly) e
principalmente nel teatro, soprattutto con W.
Shakespeare, C. Marlowe, B. Jonson, J. Webster, J. Ford. Grande sviluppo ebbero
anche la musica (W. Byrd, J. Bull, O. Gibbons, J. Dowland) e l’architettura,
influenzata dalla cultura rinascimentale italiana e da quella fiamminga.
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