Essere Donna |
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Gli Etruschi si collocano nella storia tra le due grandi civiltà dei Greci e dei
Romani. Impararono molto dai primi e trasmisero molto ai secondi, riuscendo a
dar vita ad una cultura del tutto originale. Non si sa con certezza da dove
venissero e
tra gli studiosi delle civiltà antiche si sono sviluppate teorie diverse. La
civiltà etrusca fiorì tra l’ottavo e il terzo secolo a.C., ebbe inizio in
Etruria, che approssimativamente corrisponde alle attuali regioni della Toscana,
l’Umbria e il Lazio settentrionale, poi si diffuse verso nord, dal Tevere all’Arno fino alla Pianura Padana e
verso est dal Mar Tirreno agli Appennini. Non era una nazione unitaria, ma era
formata da città-stato, governate da re “lucumoni” e poi da magistrati. Ben
fatti, atletici e
sessualmente attivi: questi erano gli Etruschi. Simboli fallici, di varie
proporzioni e variamente disposti, sono raffigurati sulle pareti delle tombe di
Tarquinia e sui vasi esposti al Museo Nazionale; molti sono espliciti, altri
decorati o camuffati, altri ancora sono così ironici da far sospettare che siano stati dipinti solo per
scherzo. Ma gli Etruschi non soffrivano delle nostre inibizioni ed erano allegramente in grado di suscitare l’invidia dei loro contemporanei, incapaci di avere come compagne delle donne così passionali da dedicarsi ad ardenti attività erotiche collettive, fare sesso durante le gare atletiche e gli esercizi acrobatici o amoreggiare perfino alle corse dei cani.
Per loro
l’erotismo era natura e la natura erotismo. In effetti le donne in Etruria godettero di una condizione particolarmente libera, mai però separata da una profonda consapevolezza della solidarietà familiare. Quella etrusca era una società in cui le donne contavano; donne giovani, dalla sessualità precoce, consapevoli del proprio corpo, alle quali era sconosciuta la decadenza dovuta all’età. Per gli uomini era anche meglio. La vita politica coincideva con la loro piena vita sessuale e al potere c’erano quasi sempre giovani vigorosi e attivi. Questo si evince dalle pitture parietali delle tombe di Tarquinia, singolari ed uniche per la raffigurazione di rapporti sessuali di qualunque tipo, ben diverse dalle omologhe egizie dove la religione ed il senso quasi parossistico della morte incombono ovunque. |