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IPAZIA
Ipazia (Alessandria d’Egitto, circa 370-415 d.C.) è
stata una grande studiosa di
matematica, ma anche un’eccelsa insegnante: numerose sono le testimonianze che
attestano addirittura di sue opere autografe, purtroppo però ora scomparse. Pare
comunque che una delle discipline in cui seppe distinguersi di più fosse
l’astronomia:
gli storici antichi riportano di interessanti scoperte da lei compiute a
proposito del moto
degli astri, scoperte che ella rese accessibili ai suoi contemporanei con un
testo, intitolato
Canone astronomico. Sembra accertato che a lei si debbano le invenzioni
dell’astrolabio,
del planisfero e dell’idroscopio. Ma Ipazia fu anche una filosofa molto
apprezzata:
Socrate Scolatico parla di lei come della terza caposcuola del Platonismo, dopo
Platone
e Plotino, e Damascio spiega come seppe passare dalla semplice erudizione alla
sapienza
filosofica. La donna era solita indossare il mantello del filosofo ed andare nel
centro
della città. La sua caratteristica fu la generosità con cui tramandava il suo
sapere a
quanti stavano attorno a lei: commentava pubblicamente Platone, Aristotele, o i
lavori
di qualche altro filosofo per tutti coloro che desiderassero ascoltarla. Fu
giusta e casta,
articolata ed eloquente nel parlare come prudente e civile nei suoi atti. Rimase
sempre
vergine e fu una riconosciuta guida spirituale. Oltre alla sua esperienza
nell’insegnare
riuscì a elevarsi al vertice della virtù civica, per questo la città intera
l’amò e l’adorò in
modo straordinario.
I suoi meriti furono molti: secondo Socrate Scolastico e Damascio, con Ipazia si
era
finalmente realizzata nel mondo la mitica “politeia” in cui erano i filosofi a
decidere le
sorti della città. Per la magnifica libertà di parola ed azione, che le veniva
dalla sua
cultura, accedeva in modo assennato anche al cospetto dei capi della città e non
era
motivo di vergogna per lei lo stare in mezzo agli uomini. Infatti, a causa della
sua
straordinaria saggezza, tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di
lei
un timore reverenziale. Per questo motivo suscitò molta invidia. Morì in modo
atroce
per mano di un gruppo di fanatici: aggredita mentre faceva ritorno casa, venne
colpita
a morte con dei cocci e poi fatta a pezzi. Con la sua scomparsa, si poté
considerare
distrutta una delle più esemplari comunità scientifiche di ogni epoca. Ancora
oggi Ipazia
viene ricordata come la prima matematica della storia; anzi, fu la sola
matematica per
più di un millennio: per trovarne altre bisognerà attendere il Settecento.
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