ESSERE DONNA – PROSTITUTA SACRA

Prostituta Sacra. Tecnica mista e gesso plastico su tavola  80 x 60 cm

Erodoto (Storie: 1,199) ci informa dettagliatamente su com’era la prostituzione sacra
a Babilonia: ”… se ne stanno le donne sedute nel sacro recinto di Afrodite con una
corona di corda intorno al capo: sono in gran numero, perché mentre alcune
sopraggiungono altre se ne vanno; tra le donne si aprono dei passaggi, delimitati da
corde e per i quali si aggirano i forestieri e fanno la loro scelta. Quando una donna si
asside in quel posto, non torna più a casa se prima un qualche straniero, dopo averle
gettato del denaro sulle ginocchia, non si sia a lei congiunto all’interno del tempio.
Nell’atto di gettare il denaro, egli deve pronunciare questa frase: Invoco per te la dea
Militta“ (Militta o Mylitta è il nome che gli assiro-babilonesi davano ad Afrodite,
equivalente greca di Ishtar-Astarte).

 

A Babilonia, dunque, tutte le donne, ricche o povere, avevano il dovere, una volta
nella loro vita, di sottoporsi all’abbraccio di uno straniero nel tempio di Mylitta e dedicare
alla dea i denari guadagnati con la sacra prostituzione. Il “sacro recinto” era affollato
dalle donne che attendevano di compiere il rito. A Eliopoli, o Baalbek, in Siria, famosa
per i suoi giganteschi templi, ogni vergine doveva, secondo l’uso, prostituirsi a uno
straniero nel tempio di Astarte (fu l’imperatore Costantino convertito al Cattolicesimo
ad abolire il culto, distruggere il tempio e a costruire sulle sue rovine una chiesa).
 

Nella Grecia continentale la prostituzione sacra ebbe lunga vita nella città portuale
di Corinto, grazie ai fitti scambi commerciali intrattenuti con le città del Mediterraneo
orientale, dove era accettata senza scandalo. Qui sopravvisse fino al 146 a.C., quando i
Romani distrussero la città.

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