ESSERE DONNA – SAFFO

Saffo. Pastello su cartone telato – 70 x 50 cm

SAFFO

“La divina dolce ridente Saffo” come la definì il poeta Alceo, suo contemporaneo e nativo di Mitilene, nell’isola di Lesbo, fu la più grande poetessa del mondo antico (VI sec. a.C.).
Della sua vita si sa che ebbe una figlia amatissima, Cleide, e che trascorse gran parte della sua esistenza nella ristretta cerchia di un tiaso: una comunità più importante e aggregante di una semplice scuola per fanciulle di nobili famiglie, dedicata al culto della dea Afrodite e intrisa di sacralità, in cui le giovani cantavano, danzavano, tessevano, amavano, in uno stato di armonia e di grazia.
Celebratissima fin dall’antichità, la sua figura fu presto avvolta da caratteri leggendari.
Ebbe una grande produzione letteraria, raccolta nel III secolo a.C. dai grammatici alessandrini: poesie dai temi dolci e tenui, soavi e amari nel medesimo tempo: semplici e lineari, raccontano l’amore appassionato, la gelosia, la gioia e l’amarezza.

Di questi otto o nove libri sono giunti a noi solo frammenti, tra cui le sue odi, cosiddette saffiche:
sono scritte in una forma metrica che, detta appunto saffica, sarà destinata a grande fortuna presso i moderni, specie con le odi barbare di Giosuè Carducci.

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